L’Elettrocardiogramma: cosa c’è da sapere

Il cuore è una pompa muscolare che spinge il sangue nelle arterie contraendosi ritmicamente. La contrazione delle varie parti del cuore (atrii e ventricoli) è determinata da un impulso elettrico che si genera in un punto preciso del cuore e raggiunge ordinatamente in sequenza prestabilita prima gli atrii e poi i ventricoli. L’elettrocardiogramma (ECG) è la rilevazione e la traduzione su di un  grafico dell’attività elettrica del cuore. Questa tecnica è stata ideata dallo scienziato olandese Willem Einthoven, insignito del Premio Nobel per la Medicina nel 1924 per tale invenzione. L’ECG consente di registrare, mediante 10 placchette metalliche (elettrodi) applicate sul torace e gli arti,  l’attività elettrica del cuore rilevata da diverse posizioni. Nelle malattie del cuore la sua attività elettrica varia in modo caratteristico e tali variazioni sono riconoscibili all’analisi del tracciato elettrocardiografico.

Oggi la medicina dispone di tecniche sofisticate che consentono, rispetto all’ECG, uno studio molto più preciso e completo del funzionamento del cuore normale e malato. Pur tuttavia l’ECG continua ad essere uno strumento essenziale per l’affidabilità, la facilità di esecuzione e la quasi universale disponibilità. L’EGG  fa sempre parte della visita cardiologica ed è la prima indagine strumentale che viene eseguita nei pazienti che arrivano al pronto soccorso con un sospetto problema cardiaco. Questo esame consente di escludere, se normale, una malattia del cuore importante, e di identificare situazioni sospette. L’ECG identifica in modo sensibile situazioni in cui una parte del cuore si ingrandisce (dilatazione) o quando le sue pareti diventano più spesse (ipertrofia), tali alterazioni della struttura cardiaca sono presenti quando c’è una malattia di una valvola che può richiede ulteriori accertamenti strumentali.

L’ECG consente di identificare con sicurezza aritmie cardiache come la fibrillazione atriale, frequente specialmente nella popolazione anziana e che richiede spesso una terapia adeguata, o disturbi della conduzione del sistema elettrico del cuore che devono essere trattate con l’impianto di pace-maker. Nei pazienti in cui si sospetta un infarto del cuore in fase acuta un ECG con particolari alterazioni è altrettanto importante per la diagnosi della sintomatologia tipica e della positività nel sangue di una proteina specifica, la troponina. L’ECG inoltre consente, nella maggior parte dei casi, di identificare un vecchio infarto e può anche dare informazioni sulle sue dimensioni. L’ECG, che da più di un secolo fornisce importanti informazioni sul funzionamento del cuore, resta tuttora uno strumento di importanza fondamentale nella pratica clinica quotidiana.

(a cura del Cardiologo della Cittadella Socio Sanitaria di Cavarzere, il Dottor Giovanni Maria Boffa)

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