Il freddo? Non fa bene per chi “soffre” di cuore

Nei mesi invernali le modalità con cui il cuore funziona sono influenzate dalla bassa temperatura. Mentre nelle persone sane l’effetto del freddo sul sistema cardio-vascolare viene facilmente compensato, nelle persone malate può essere realmente dannoso. La bassa temperatura ambientale determina normalmente una costrizione (restringimento) delle arterie per cercare di limitare la dispersione del calore dal nostro corpo. Ciò ha come conseguenza in tutti noi un aumento della pressione arteriosa e della frequenza cardiaca e quindi del lavoro del cuore. Il maggior lavoro determina a sua volta un maggior consumo di ossigeno. Se le coronarie sono malate, stenotiche (cioè più strette in alcuni punti) non potrà arrivare una sufficiente quantità di ossigeno a soddisfare le esigenze del cuore quando questo deve lavorare di più. Il paziente con coronarie malate sentirà quindi più facilmente il dolore al petto (angina o angor due modi diversi di dire dolore in latino), per esempio, camminando in una giornata fredda. La prima descrizione dell’angina fatta più di due secoli fa era quella di un dolore al petto comparso in un signore anziano mentre camminava in una giornata particolarmente fredda. A riprova dell’effetto negativo del freddo sul cuore, recentemente è inoltre stato dimostrato da diversi studi scientifici come nei mesi freddi aumentino il numero di infarti del miocardio nella popolazione generale. Tale aumento è stato quantificato in 7% in più di infarti, per una diminuzione di 10 gradi di temperatura. Bisogna, infine, tenere conto della maggior frequenza degli episodi influenzali e delle malattie respiratorie nei mesi freddi, ciò determina un significativo aumento delle complicanze cardiovascolari anche gravi nei pazienti anziani e cardiopatici. Per concludere, quindi, dobbiamo insistere perché tutti gli anziani, specialmente se cardiopatici, si sottopongano all’inizio della stagione fredda alla vaccinazione anti-influenzale.

(a cura del Cardiologo della Cittadella Socio Sanitaria di Cavarzere, il Dottor Giovanni Maria Boffa)

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